GLI SCACCHI A ROVERETO
Dagli anni 50 ... ad oggi (o quasi!)

Il Circolo Scacchistico Roveretano ha avuto in passato una intensa attività ed era apprezzato in Regione e nel Triveneto per i suoi validi giocatori di cui ora ricorderò alcune delle figure più caratteristiche, anche per il loro carattere estroverso e se vogliamo magari un pò bizzarro, come ormai si vuole che sia lo scacchista affermato, e loro certamente lo erano.

Non seguo un ordine di precedenza, ma li butto lì così come mi vengono alla penna: Delladio ed il fratello che un pò meno bravo negli scacchi eccelle invece nell'arte della prestidigitazione, il geometra Vianello ed il geometra Tribus, Olivetti e poi Filippi (l'orologiaio), Paterno e Bruseghini e la figura simpaticissima di Inama, e negli anni '60 Sartori, Azzolini, Salvaterra, Cavallaro, Fait e molti altri che mi scuseranno se ora non vado a nominare, anche perchè di tutti non ricordo il cognome, benchè i loro volti siano ancora impressi nella mia memoria.

Questi signori animarono lo scacchismo negli anni cinquanta e sessanta nelle sedi rispettivamente del bar Imperiale (NDR vecchia sede Corso Rosmini), e Albergo Vittoria (NDR ora supermercato in Corso Rosmini) per finire al bar 'Haiti' ultimo ritrovo prima dello sciogliersi del gruppo per mancanza di parti di ricambio che raccogliessero tanta eredità e continuassero nell'arte del 'nobil gioco'.

Quel gioco che come si usa ancor oggi a Rovereto è ad un tempo fatto di mosse e di parole che con quella punta di ironia e di provocazione dà la giusta carica di aggressività per la 'singolar tenzone'. Ma non mi si fraintenda: lo scacchista aggressivo solo nella ricerca a tavolino della vittoria sull'avversario e niente più.

Poi vi fu un periodo di pausa, fino a quanto nel 1972 non esplose il match del secolo FISCHER - SPASSKY di cui tanto parlarono le cronache dell'epoca e che risvegliò in alcuni giovani e meno giovani il desiderio di continuare l'attività che era entrata in ombra.

Così Bolla, Profaizer, Stenghel, Matassoni, Fadanelli e Bertolini diedero l'avvio all'attuale CIRCOLO SCACCHISTICO ROVERETANO che ebbe i nuovi natali nel 1975 nella sede di Corso Rosmini 30 presso il Circolo Roveretano (NDR Circolo Culturale Cittadino), che è anche sede di altre manifestazioni artistiche e culturali.

Avemmo allora anche il gradito compiacimento per l'inaugurazione del Circolo con una lettera del Senatore Giovanni Spagnolli in data 16/02/1976. (NDR Si veda a fondo pagina la lettera),

Fu redatto lo Statuto che ne regola l'organico e l'attività.

Da allora il Circolo andò gradatamente allargandosi per iscritti e per attività svolta, ed ora possiamo contare su 40 Soci e diversi simpatizzanti che frequentano le due sedi del Circolo Scacchistico Roveretano di Corso Rosmini 30 e del bar Imperiale in piazza della Posta (NDR ora chiuso).

Possiamo vantare una partecipazione all'ultimo torneo internazionale di Arco (NDR provincia Trento) di ben 13 Soci, tra i quali 2 prime categorie nazionali, 2 seconde categorie nazionali e 7 terze nazionali. Inoltre in questi anni, oltre alla partecipazione annuale al torneo di Arco alcuni Soci hanno giocato nei tornei internazional e nazionali di Marina di Romea, Caorle, Venezia, Verona, Salsomaggiore, S.Pellegrino, Chiusa, Trento ecc.

L'attività attuale prevede il torneo sociale che determina la classifica di prima, seconda, terza sociale, incontri di squadra con Trento, Arco, Cavalese, Cles, Romallo (NDR provincia Trento) ed infine i tornei open Trofeo bar Imperiale, Silver Caffè, Salvetti, Adambrau per concludere a fine maggio e prima della pausa estiva con il Torneo Provinciale che quest'anno spetta organizzare appunto al Circolo Scacchistico Roveretano.

Il Circolo Scacchistico Roveretano dispone ora di 16 scacchiere complete regolari e 16 orologi pressochè nuovi, ma è intenzione dei Soci di allargare la dotazione del materiale per un'organizzazione più consona alle manifestazioni in calendario.

Rovereto, lì 17 febbraio 1982

Profaizer G.

La storia del circolo scacchistico roveretano è ricca di bei personaggi e costellata di avvenimenti significativi. Non a caso è un ottantenne ruggente, quel Golini arbitro nazionale e personaggio trentino notissimo e beneamato, che rivisitando con noi il periodo remoto degli anni che spartirono le due grandi guerre, evoca la antica figura del dott. Socin, teorico di statura che, già attivo in Trento nel 1937, si mosse poi verso Rovereto.

E che dire del periodo che va dalla fondazione del Circolo Scacchistico Roveretano, avvenuta nel 1975, fino ai giorni nostri? Molto è gia stato scritto, e volendo proseguire a far data dai primi anni ottanta, viene spontaneo osservare quanto tempo sia ormai trascorso da allora. Eppure fu proprio in quegli anni che, sotto la spinta attiva e propositiva di Profaizer (detto 'il prof'), la 'scuola di Rovereto' si evolse promovendo la crescita, non solo tecnica, di parecchi scacchisti, molti dei quali raggiunsero risultati agonistici di rilievo.

Un progresso sportivo culminato nel 1995 con la assegnazione del titolo di maestro nazionale FSI per la prima volta ad un giocatore di Rovereto. L'alfiere della città della quercia è Zucchelli, giocatore tosto e dotato di forte approccio agonistico; caratteristico il suo stile di gioco fatto di solida difesa posizionale e contrattacco. Uno stile 'made in Rovereto' dove molto spazio hanno le varianti della 'Difesa Francese' da cui molti hanno tratto e traggono profitto, come si conviene ad una scuola che si rispetti.

Molte e significative sono le tappe del percorso.

Negli anni che vanno dal 1983 al 1985 il circolo conta quaranta soci e quattro candidati maestri: Matassoni, il giovane Zucchelli (allora promettente allievo del 'prof.'), Cavallaro e Castaldo che partecipano e si distinguono al vicino festival internazionale di Arco, mentre al torneo di Fai della Paganella è ancora Profaizer che si impone in modo perentorio risvegliando l'interesse della stampa locale. Di quel periodo è anche la nomina ad arbitro regionale FSI ottenuta dal socio Doratiotto, il che permette al circolo di organizzare tornei in ambito locale con la garanzia di una adeguata supervisione arbitrale.

Dal 1984 al 1988 sarà presidente Salvaterra, detto 'el Bepi' che incentiverà in particolare l'attività agonistica dei tornei semilampo. Di lì a poco, inoltre, l'uso del computer amplierà le possibilità organizzative del circolo: il torneo di Pasqua dell'anno 1990, infatti, conterà ben quarantacinque iscritti, provenienti da ogni luogo della nostra regione ed anche dal vicino Veneto.

Nel 1992 i soci sono quarantadue, molti dei quali juniores, grazie all'attività didattica e scolastica nella quale più di tutti si impegna il c.m. Dai Campi. E' un periodo significato da celebri rivalità agonistiche, prima fra tutte quella che oppone i compianti Aragno e Cavallaro. Si tratta di coloritissime e vivaci sfide di gioco lampo nelle quali spesso e volentieri si inserisce il professor Adami forte, per lo più, di una particolare preparazione teorica sulle aperture. In quel periodo è notevole anche l'attività divulgativa e promozionale. Si organizzano in città tornei open con buon numero di partecipanti, come ad esempio nel 'Settembre Roveretano' in piazza San Carlo, dove si gioca all'aperto con scacchiere e scacchisti a disposizione del pubblico.

Pochi anni dopo troviamo presidente Dai Campi e segretario Prezzi, con Doratiotto consigliere. Nel 1996 subentra alla presidenza Zadra, socio scacchista poco conosciuto come presidente, ma assai noto nel mondo delle sessantaquattro caselle per le sue peculiarità di romantico giocatore di attacco. D'altronde siamo ormai nell'epoca di Garry Kasparov e molti giocatori di stile combinativo si esaltano emulando le gesta del loro idolo. Nei circoli di tutta Italia va di moda una condotta di gioco brillante, fatta di sacrifici e mosse spesso tanto audaci da dirsi temerarie che mandano in visibilio il pubblico e riempiono di orgoglio il giocatore che le osa. Non di rado, però, queste mosse fanno la gioia degli avversari più smaliziati: a scacchi, infatti, spesso vince chi sbaglia di meno.

Durante lo stesso anno, al campionato italiano a squadre di serie B2 e C partecipano due squadre di Rovereto ed il circolo riesce a ben figurare schierando la forte compagine composta da Zucchelli, Dai Campi, Profaizer e Casagrande.

Quando poi l'associazione si sposterà provvisoriamente presso il gruppo sportivo San Marco nel rione di Sacra Famiglia, avremo Dai Campi presidente e Grossi segretario. Il sopracitato dottor Grossi, già presidente del circolo, va senz'altro annoverato quale protagonista di una interminabile sfida scacchistica con il 'vecchio Slaghe' diatriba peraltro ancora incerta negli esiti.

L'attività agonistica dei soci intanto prosegue ed Tomasi che va alla avventura al torneo ungherese di Budapest dove con l'aiuto della dea Caissa conquista il titolo di candidato maestro. Ma nel frattempo l'attività di circolo langue, i soci calano di numero. Al sabato sera si gioca lampo, certo, ma l'impressione che le attività si siano drasticamente ridotte. Si sente la mancanza di qualcuno che sappia infondere nei soci nuovo entusiasmo. Bisognerà aspettare un paio di anni.

Nel 1999 Casagrande, guidato dal maestro Zucchelli, decide di giocare tornei di impegno all'estero in lizza con i professionisti dello scacchismo internazionale e si impone con una performance da urlo nell'Open internazionale di Valencia (Spagna). Galvanizzato dal successo (e dalla promozione a candidato maestro nazionale), il nostro si fa specialmente attivo in campo scacchistico intraprendendo svariate iniziative e creando i presupposti per una rifondazione di fatto del circolo roveretano.

E siamo ormai alla cronaca attuale.

Dal 1999 alla presidenza c'è Bottesi, di recente riconfermato all'unanimità nell'incarico, che dirige un vero e proprio staff dove lavorano in sinergia i noti Casagrande, Doratiotto, Zucchelli e Bianchi. Evidentemente coordinato da una personalità che sa valorizzare le peculiari competenze di ognuno, il gruppo scacchi inaugura così un dinamismo a tutto tondo che investe tanto l'attività didattica, quanto quelle ludica e sportivo-agonistica.

La presenza in Internet del Circolo Scacchistico Roveretano è stata fortemente voluta dalla Direzione, con lo scopo di publicizzare il più possibile l'attività scacchistica.

Altri soci, comunque, trovano la carica giusta per partecipare ai tornei.

In ambito locale gli allori più recenti toccano al macedone Capa, socio e frequentatore assiduo del circolo roveretano.

Insomma gli scacchisti di Rovereto hanno fatto proprio quel principio scacchistico che suggerisce di assumere sempre l'iniziativa.Non a caso sono molte le attività in cantiere: il gemellaggio con i circoli scacchistici di Kufstein, Forcheim e Dolni Dobrouc, il campionato italiano a squadre e, in particolare, l'attività didattica. Con l'inizio dell'anno duemila infatti, è ripreso l'insegnamento del gioco degli scacchi ai bambini delle scuole elementari. Ci auguriamo che ciò sia di buon auspicio per il nuovo millennio e che gli alunni di oggi divengano i maestri di domani.

Rovereto lì, 24 aprile 2000

Diego T.

L'era dei computer, lo sviluppo dei software di scacchi sempre più potenti, l'utilizzo di Internet, fonte praticamente illimitata per accedere al materiale scacchistico e gli accadimenti socio-politici degli ultimi anni hanno fatto bene allo sport degli scacchi.

L'arrivo al circolo roveretano di giocatori provenienti da nazioni dell'est europa con solide basi e tradizioni scacchistiche, la voglia di migliorare, hanno elevato il livello di gioco degli scacchisti roveretani ed ora ne stiamo raccogliendo i frutti.

Dal 2005 la squadra composta dai maestri di scacchi Margarius (dall'Ucraina, noto maestro internazionale di pianoforte), Zucchelli, dai candidati maestri di scacchi Casagrande, Profaizer (sempre lui ...inossidabile....) e Tomasi (fra l'altro anche scrittore, suo è il libro noir 'La poiana ed altri racconti'), partecipa stabilmente al campionato italiano a squadre serie A2, confrontandosi con realtà scacchistiche supportate da bacini di utenza ben più grandi di quello di Rovereto.

Devo rilevare però che all'eccellenza agonistica non corrisponde un significativo allargamento della base scacchistica, purtroppo è sempre difficile fare avvicinare nuovi praticanti al 'nobil gioco' benchè le regole di base degli scacchi siano molto diffuse.

L'approfondimento del gioco richiede studio, impegno e costanza, ma gli scacchi non sono solo individualità, 'sport della mente', confronto culturale e dedizione, ma sono anche momenti di puro divertimento come ci hanno insegnato con i loro epici 'terzigli' Salvaterra, Broch e lo scomparso da poco Azzolini (il terziglio sono partite a tempo da 5 minuti, spesso ironicamente auto commentate, chi perde lascia il posto al terzo scacchista in attesa).

La direzione del circolo roveretano però non demorde e sotto l'attenta guida del presidente Bottesi, vera anima e motore dell'associazione, il circolo, ha portato avanti l'attività didattica, con il costante impegno dei soci nell'insegnamento, (ultimo in ordine di tempo Brunetti). Segnalo in particolare il lavoro dell'Istruttore Federale Tomasi che instancabilmente negli ultimi anni ha tenuto corsi di scacchi in quasi tutte le scuole elementari e medie del Comprensorio C10.

L'insegnamento è indispensabile per creare nei giovani quell'interesse per gli scacchi, che se coltivato, potrà assicurare un futuro ricambio generazionale e la continuazione della tradizione scacchistica roveretana, iniziata più di sessanta anni fa.

Rovereto, lì 24 settembre 2010

Bianchi E.

La lettera del Senatore Giovanni Spagnolli inviata al CSR alla inaugurazione